Santiago Aldaya Vellazco
Puente viejo, Durazno
Pensieri…
Come da tempo non facevo, oggi ho voglia di scrivere a ruota
libera tutto quello che mi passa per la testa e per il cuore.
Sono giorni caldi e umidi, in cui l’afa appesantisce le
membra e l’anima. Riaffiorano ricordi antichi e mai sepolti, solo archiviati in
cartelle compresse in qualche angolino della memoria.
Il G8 del 2001, che viene riproposto su diverse reti
televisive e sul web, riapre antiche ferite. Quale giustizia è quella che
condanna chi ha spaccato vetrine e bancomat a pene almeno tre volte superiori a
quelle di chi ha massacrato esseri umani inermi? E quando chi ha usato violenza
su ragazze e ragazzi inermi è qualcuno da cui dovresti aspettarti protezione e
tutela la domanda si pone caricata di rabbia, quella rabbia che nasce dall’incredulità
e dall’impotenza.
Mi riesce difficile riuscire a mantenere il mio inguaribile
ottimismo di fronte a questi interrogativi, nonostante ritenga che esista una
Legge che regola ogni fenomeno della vita e che, al di là dell’umana giustizia,
associa implacabilmente un effetto ad ogni causa! O,forse, è proprio questa
consapevolezza che mi angoscia: non oso immaginare le conseguenze di tali atti
violenti!
Il mio interrogativo resta e si dipana in un’altra serie di
domande.
Cosa posso fare io, Laura, perché non avvenga mai più
qualcosa del genere?
Come posso contribuire a trasformare l’agire ed il pensare
umano in nonviolenza attiva?
Poi penso a ciò che ha fatto Nelson Mandela in Sud Africa e,
colma di ammirazione, mi dico che qualcosa si può fare, usando la calma e la
pazienza della goccia d’acqua, che inesorabile scava la roccia. Potrei fare
molti altri esempi, ma il primo che mi è venuto alla mente è stato lui.
Inoltre ho la fortuna di avere incontrato un maestro,
Daisaku Ikeda, che ha tracciato una strada che posso percorrere nella maniera
più coerente con me stessa. Anche nei suoi confronti nutro un’infinita
gratitudine. La gratitudine è un sentimento che di per sé genera speranza!
La prima azione è partire dalla mia rivoluzione umana
personale, facendo anche solo un piccolo passo avanti ogni giorno, come fa la
goccia d’acqua di cui ho parlato in precedenza.
La seconda è dare vita a progetti che coinvolgano
soprattutto i giovani e le diverse culture che arricchiscono il mio municipio e
poi la mia città.
Ogni cittadino dovrebbe sentirsi parte integrante e
insostituibile della città in cui vive e contribuire alla vita sociale e
culturale della comunità in modo attivo e non solo come fruitore passivo. Le
differenze individuali, di qualsiasi tipo ( età, sesso, luogo di nascita,
studi…) sono ricchezza comune e come tale dovrebbero essere utilizzate.
Il resto è in divenire.